Conto corrente zero spese: le migliori banche senza costi

In questo articolo vedremo le caratteristiche del conto corrente zero spese, un prodotto ormai comune anche nel nostro Paese.

Prima, però, ti mostriamo subito una selezione dei migliori conti correnti gratuiti:

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  • Gestibile tramite app
  • 3 piani: Start, Pro e Premium
  • Integrabile con software di gestione contabilità

A favorire la diffusione di questi prodotti finanziari sono stati due fattori:

  • l’avvento dei conti gestibili online tramite l’home banking, che ha abbattuto le spese di gestione per le banche;
  • il continuo calo dei tassi di interesse avvenuto negli ultimi anni, il quale ha spinto molte persone a cercare dei conti convenienti almeno dal punto di vista dei costi di gestione.

Come può un conto corrente avere zero spese?

Conto corrente zero spese Come è ormai noto, in Italia i conti correnti tradizionali sono sotto accusa da parte delle associazioni preposte alla difesa dei diritti dei consumatori. Il motivo è da ricercare proprio nel loro eccessivo costo, dimostrato in particolare da un recente rapporto, secondo il quale nel corso dell’ultimo anno ben 4,4 milioni di italiani hanno deciso di reperirne uno più vantaggioso.

In una situazione di questo genere, non stupisce il sempre più evidente successo del conto zero spese. Trattandosi di un conto online, non sono previsti i costi di apertura di un prodotto tradizionale e gran parte delle operazioni non vedono l’impiego di dipendenti in carne e ossa, ma avvengono sull’infrastruttura informatica messa a disposizione dall’istituto bancario interessato.

Occorre poi aggiungere un altro fattore che rende sempre più performanti i conti online zero spese, ovvero la disponibilità di una serie di funzioni supplementari che soltanto poche realtà tradizionali sono in grado di offrirti. Per esempio, ci sono conti online a zero spese che permettono di condurre il proprio trading di criptovalute.

In molti casi, poi, non mancano i salvadanai digitali, altro servizio che è visto con sempre maggior favore dai più giovani, tanto da essere ormai una consuetudine nei prodotti riservati ai minorenni. Infatti, sono soprattutto i più giovani a indirizzarsi su questo genere di conti, spinti anche dal varo di prodotti sempre più performanti e facili da utilizzare, oltre che sicuri.

Come aprire un conto corrente gratuitamente

Dopo aver descritto le caratteristiche che stanno spianando la strada al conto corrente online a zero spese, è ora arrivato il momento di affrontare il discorso relativo alla sua apertura. Il primo fattore da evidenziare, in questa fase, è proprio la totale assenza di costi, tipici invece dei prodotti tradizionali.

Documentazione necessaria

Aprire un conto corrente online gratis è piuttosto semplice. Naturalmente, ogni istituto applica una sua politica al riguardo; in genere è sufficiente presentare un documento di riconoscimento valido, ad esempio una patente di guida o una carta d’identità. Per farlo, dovrai dotarti di una copia digitale del documento che intendi caricare nel sistema, seguendo le istruzioni fornite al riguardo dal sito della banca consultata.

In questa fase di solito viene richiesto di dimostrare la propria identità. Si tratta di un passaggio reso necessario dalle procedure KYC (Know Your Customer) e AML (Anti Money Laundering), messe in campo ormai da tutte le agenzie governative che si battono contro il riciclaggio di denaro sporco e l’evasione fiscale.

Anche in questo caso, il procedimento è comunque abbastanza agevole. Basta utilizzare una delle applicazioni presenti sul proprio smartphone e che utilizzano la camera frontale, per dare prova effettiva della propria identità.

Procedura online

Nel dettaglio, le tappe da rispettare sono solitamente le seguenti:

  • collegarsi con la home page della banca con cui si intende sottoscrivere il conto corrente gratuito;
  • appurare se il proprio paese rientra in quelli serviti dall’azienda;
  • in caso affermativo si può procedere a riempire il form con i propri dati personali: nome, cognome, data e luogo di nascita, indirizzo di residenza, indirizzo di posta elettronica, recapito telefonico. Talvolta occorre anche un selfie in cui sia ben visibile il documento d’identità.

A questo punto non resta che attendere che vada a buon fine il processo di verifica dell’identità cui abbiamo già accennato per poter iniziare a operare.

Per quanto riguarda invece la chiusura del conto corrente a zero spese, anche in questo caso le procedure possono variare da azienda ad azienda. Alcuni operatori richiedono la presentazione di una domanda scritta per portare a termine la procedura, mentre altri si accontentano di una semplice comunicazione tramite posta elettronica. Infine, in alcuni casi è necessario recarsi presso una filiale territoriale della banca, in modo da poter specificare i motivi che inducono alla chiusura del rapporto.

Quali voci di costo verificare in un conto gratuito

Spese di gestione e costi nascosti

Sinora abbiamo condotto la nostra analisi sui conti corrente gratuiti dando per scontato che lo siano realmente. La realtà è molto più complessa e spesso anche questi strumenti prevedono alcuni costi, che devono essere conosciuti nel dettaglio per non incappare in sgradite sorprese.

In particolare, alcuni conti corrente zero spese possono essere senza spese fisse, ma soltanto nel caso in cui vengano soddisfatte determinate condizioni. Tra queste ultime ci sono solitamente l’accredito della pensione o dello stipendio e una determinata disponibilità sul conto, anche di entità contenuta.

Molto più complesso è invece il discorso relativo ai cosiddetti costi nascosti, cioè quelli che non vengono indicati in maniera chiara e trasparente dalle aziende. Proprio questi comportamenti possono sfociare nella necessità di pagare importi significativi, annullando la supposta convenienza di un conto rispetto a un altro.

Tra i costi che possono essere nascosti vanno verificati:

  • le operazioni condotte all’interno di una filiale fisica;
  • la domiciliazione delle utenze;
  • l’utilizzo degli assegni;
  • l’utilizzo di una carta di debito oppure una prepagata;
  • i bonifici;
  • il pagamento relativo ai bollettini delle varie utenze domestiche (RID);
  • il prelievo di contante;
  • l’invio della documentazione periodica.

Ognuna di queste voci può essere declinata da un’azienda sotto forma di costo aggiuntivo. Alcune consentono di fare operazioni gratuite solo sino a un certo numero, toccato il quale scatta il pagamento di una commissione; altre preferiscono far pagare esclusivamente quelle condotte presso le proprie filiali. Ogni banca, insomma, persegue una sua politica.

Naturalmente, prima di operare la tua scelta definitiva, dovresti porti un quesito ben preciso: come capire al meglio la questione collegata ai costi nascosti, evitando che possano trasformarsi in una vera e propria trappola? La risposta migliore è senz’altro rappresentata dall’Indicatore Sintetico di Costo (ISC). Si tratta di quel documento che le aziende operanti nel settore bancario e creditizio sono obbligate a fornire alla propria clientela, su precisa richiesta dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI).

L’ISC va ad identificare ben sette profili cui ricondurre tutti coloro che possono mettersi in contatto con una banca per chiederne un prodotto: giovani, famiglie con operatività limitata, media o elevata, pensionati con operatività bassa o media e, infine, bassa operatività nei conti a consumo.

Si tratta di una divisione che si basa su alcune peculiarità di ognuna delle fasce indicate: se, infatti, si presume che i giovani siano maggiormente interessati a strumenti caratterizzati dall’innovazione tecnologica, i pensionati sono al contrario più propensi a recarsi presso una filiale fisica, per condurre le operazioni di cui necessitano.

Se non si intende perdere una quantità eccessiva di tempo nella valutazione di ogni costo nascosto o meno collegato ai vari conti correnti zero spese, proprio la consultazione dell’Indicatore Sintetico di Costo è in grado di agevolare il cammino verso le soluzioni realmente convenienti attualmente offerte sul mercato.

Variazioni dei costi nel tempo

Come sottolineato più volte dalle associazioni dei consumatori, non è assolutamente raro il caso in cui i costi di gestione, ovvero il canone, sia assente all’inizio per poi essere richiesto dalla banca. Inoltre, questo costo può anche aumentare con il trascorrere degli anni. Se, in un primo momento, può trattarsi di una spesa quasi irrisoria, con il trascorrere del tempo gli importi possono infatti iniziare a farsi significativi. Alcuni istituti, inoltre, non esitano a ricaricare i costi non richiesti nel primo periodo in quelli successivi.

A questo primo comportamento non proprio improntato dalla massima trasparenza, se ne va poi ad aggiungere un secondo: quello che fa leva sull’età dei sottoscrittori del conto corrente gratuito. In molti casi, infatti, l’azienda presenta promozioni in cui si pubblicizza l’assenza di costi solo a favore di chi si trovi sotto una certa età.

Come si può immaginare, le offerte in questione sono indirizzate ai più giovani, spesso alle prese con problemi di scarsa liquidità. Per invogliarli ad aprire il conto corrente, si enfatizza proprio il fattore relativo all’assenza di costi di gestione, argomento logicamente tale da esercitare forte attrazione su di loro.

Nel corso di queste ricorrenti campagne, però, la banca non esita a tralasciare un particolare di non poca rilevanza: il mutamento (o meno) dei costi una volta che i sottoscrittori avranno superato l’età indicata come massima nel corso dell’offerta. Per non ritrovarsi a combattere con la possibile esplosione dei costi in questa fase, gli interessati dovrebbero esaminare con estrema attenzione la questione.

Se tale aspetto non è stato considerato all’atto della sottoscrizione, sarebbe comunque il caso di sottoporlo ad attento monitoraggio nella fase di passaggio dallo status di under a quello di over. In tal modo, si potrà decidere con cognizione di causa se è il caso di proseguire con il conto corrente zero spese scelto, oppure passare a una soluzione più conveniente.

Conti senza imposta di bollo: ci sono?

Cos’è l’imposta di bollo

In base alla normativa vigente al momento nel nostro Paese, a carico di tutti i conti correnti che hanno una giacenza superiore ai 5.000 € viene applicata l’imposta di bollo, per un valore pari a 34,20 € l’anno per le persone fisiche, che diventano 100 € nel caso di imprese, aziende e titolari di partita IVA. Tale costo deve essere obbligatoriamente comunicato in sede di trattativa agli interessati, oltre a dover essere presente sui documenti informativi a essi consegnati prima della firma del contratto.

L’importo del bollo può essere inferiore nell’eventualità che in alcuni periodi dell’anno la giacenza in oggetto si attesti sotto la soglia minima. In questo caso il suo ammontare è oggetto di calcolo proporzionale, basato sui trimestri in cui la stessa sia stata invece varcata.

L’importo del bollo viene detratto in automatico, tramite rate che hanno una cadenza trimestrale, nel caso in cui maturino le condizioni per la sua riscossione.

Rarità delle offerte senza imposta di bollo

Come per tutte le imposte incassate dallo Stato italiano, anche per l’imposta di bollo in molti si chiedono se sia possibile non doverla sostenere. Alcune banche, in effetti, nel preciso intento di rendere più appetibile la soluzione proposta, provvedono ad accollarsene il costo.

Si tratta comunque di una opportunità ancora non molto diffusa, per ovvi motivi: considerato come già l’offerta di un conto corrente zero spese possa garantire una buona serie di vantaggi, le banche che decidono di accollarsi anche l’imposta sono al momento poche, per non sottoporre a ulteriore erosione margini di guadagno che sono già contenuti.

Resta naturalmente da capire se, in un quadro sempre più concorrenziale, tale da spingere i vari competitori a ritagliarsi quote di mercato sempre più ampie, gli stessi non decidano di pigiare sull’acceleratore in tal senso. Proprio per questo motivo, prima di aderire a una proposta tra quelle attualmente presenti sulla scena nazionale, dovresti informarti in maniera dettagliata.

Conclusioni

In particolare, nella scelta del conto zero spese, dovresti mettere in campo una vera e propria comparazione tra i vantaggi e i difetti che li caratterizzano. Ecco un breve riassunto dei pro:

  • disponibilità a livello globale, che si accoppia a commissioni estremamente contenute o addirittura nulle per i pagamenti internazionali;
  • possibilità di portare a termine operazioni senza doversi recare presso una filiale fisica, perdendo quindi il tempo necessario per espletare la quasi inevitabile fila e per lo spostamento;
  • possibilità di monitorare in continuazione lo stato delle proprie finanze grazie alle tecnologie informatiche e contando su profili di sicurezza molto elevati.

Sull’altro piatto della bilancia, ecco i contro:

  • in alcuni casi non sono disponibili interlocutori in carne e ossa con cui confrontarsi nel caso si prospettino problemi di qualsiasi genere;
  • i limiti posti dalle varie realtà, che possono riguardare non solo il numero di operazioni gratuite, ma anche l’utilizzo di alcune funzionalità e, come dicevamo, eventuali costi nascosti.

Un discorso a parte merita poi la sicurezza e solidità dei conti correnti zero spese. Considerata la serrata concorrenza con cui si devono confrontare, infatti, non è detto che tutte le realtà attualmente operanti saranno disponibili anche in futuro. Naturalmente, in caso di fallimento, non dovresti preoccuparti nel caso sul conto siano presenti 100.000 € o meno, ovvero quanto è garantito a norma di legge in casi di questo genere.

Se, una volta prese in esame tutte le considerazioni che abbiamo svolto sin qui, sei interessato ad aprire un conto presso una banca online a zero spese, il nostro consiglio è comunque di partire da un dato ben preciso al fine di riuscire a individuare il migliore: le tue esigenze. Soltanto scegliendo uno strumento in grado di adeguarsi a te come un guanto, infatti, sarai in grado di sfruttare tutti i vantaggi a esso collegati e fare un buon affare.

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